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La scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve strategica, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con D.M. 20/11/2000, fin dalla sua fondazione, nel 1988, è stata improntata alla metodologia del learning by doing, ovvero, imparare facendo.
Il percorso, di carattere decisamente applicativo-addestrativo, privilegia l’esperienza diretta di trattamento di casi clinici e l’apprendimento per addestramento delle strategie per il cambiamento e della comunicazione terapeutica. Tutto questo nel contesto concreto della psicoterapia con reali pazienti, anziché in contesti artificiali di narrazione o di sola simulazione della terapia.
Questo non significa dare poca importanza alla teoria che sta dietro alla psicoterapia breve strategica, la quale, nasce da formulazioni rigorose e tra le più complesse tra quelle che si possono trovare tra le scuole di pensiero del mondo della psicoterapia, difatti, questa diparte da una epistemologia avanzata e dalle applicazioni della logica non-ordinaria, le quali permettono la formulazione di modelli rigorosi ma che al tempo stesso salvaguardino l’inventiva e la flessibilità dell’intervento.
Il diploma rilasciato al termine della Scuola di Specializzazione Quadriennale in Psicoterapia Breve Strategica abilita all’esercizio dell’attività psicoterapeutica ai sensi dell’art. 3 della legge n° 56 del 18.02.1989 ed è equipollente a quello delle scuole di specializzazione universitarie ai fini dell’inquadramento nei posti organici di psicologo per la disciplina di Psicologia e di Medico o Psicologo per la disciplina di Psicoterapia, con accesso tramite concorso pubblico, secondo il Ddl 4732 approvato il 3 novembre 2000.
PRIMO BIENNIO
L’insegnamento viene svolto, da una parte, attraverso lezioni che riguardano i fondamenti teorici del modello, i protocolli di trattamento, le tecniche e le evoluzioni del modello di intervento; dall’altra, la didattica è basata sulla presentazione e spiegazione di video di casi clinici trattati che vengono spiegati nella loro struttura evidenziando le strategie e gli stratagemmi applicati, la comunicazione terapeutica e la specifica modalità di relazione con il paziente.
L’obiettivo è quello di facilitare un duplice tipo di apprendimento: l’apprendimento teorico e conoscitivo e l’apprendimento esperienziale/addestrativo. Uno psicoterapeuta strategico non è colui che è cosciente e sapiente della teoria del modello ma chi sa operare adeguatamente sulla base del modello appreso.
SECONDO BIENNIO
Dopo i primi due anni nei quali gli allievi vengono formati con questo criterio di insegnamento nel secondo biennio il lavoro fondamentale è basato sull’esperienza clinica con i pazienti che la scuola presenta agli allievi (l’unica scuola che garantisce l’esperienza clinica su reali pazienti che afferiscono direttamente all’istituto, in virtù della chiara fama del suo Direttore).
Ogni allievo ha la possibilità di trattare i pazienti direttamente in co-terapia con il “maestro” Giorgio Nardone per gradualmente imparare, sotto la costante supervisione, tecniche, strategie e stratagemmi terapeutici e affinare le capacità e competenze comunicative e relazionali. Oltre al lavoro diretto su se stesso e con i pazienti ogni allievo, durante le sessioni formative, partecipa al lavoro dei suoi colleghi affiancati da didatti e supervisori della scuola che in ogni fase, attraverso un confronto attivo, illustrano e spiegano il modello di intervento e le manovre utilizzate durante le terapie.
Questo fa si che ogni allievo, nell’arco di due anni, partecipi attivamente a più di 500 terapie (unica Scuola nel mondo della Psicoterapia che garantisce questo). Oltre all’apprendimento privilegiato sulla pratica clinica del secondo biennio la scuola di specializzazione è caratterizzata da tutta una serie di giornate di formazione addestrativa (plenarie, lezioni frontali, gruppi di lavoro) focalizzate all’acquisizione delle tecniche terapeutiche e di comunicazione modellate sulla base delle caratteristiche personali e individuali di ogni singolo allievo, nel senso che, una tecnica non può essere replicata come una fotocopia ma deve essere modellata sulle caratteristiche personali di ogni singolo allievo.
Il modello modella l’allievo quanto l’allievo modella il modello su se stesso. Alla fine del percorso ogni singolo allievo ha portato a termine almeno 5 casi clinici sotto la diretta supervisione e co-terapia con il caposcuola, ha ricevuto supervisione su casi che ha incominciato a trattare nella sua professione personale e ha fatto diventare il modello un vestito ritoccato su misura sulle proprie caratteristiche personali.
ESSERE REALMENTE STRATEGICI
Numerose volte si è paragonato un esperto terapeuta strategico a un maestro di arti marziali ma spesso le associazioni sono improprie, c’è n’è una invece che appare veramente sensata e riguarda proprio la formazione: la Scuola di specializzazione in psicoterapia breve strategica di Arezzo nasce in analogia con la formazione di un monaco guerriero che veniva svolta nell’antico tempio di Shaolin, la culla di tutte le arti marziali.
Quando il giovane allievo entrava nella scuola, per cinque anni, veniva addestrato duramente a tutte le tecniche di combattimento a mani nude con lo scopo di realizzare il fatto che il pugno e il calcio divenissero il prolungamento della mente, poi, veniva addestrato per un altro prolungato periodo di anni all’uso delle armi per fare si che il pugnale, la spada, l’arco, divenissero il prolungamento del braccio e il prolungamento della mente. Dopodiché dovevano dedicarsi per un altro ulteriore prolungato periodo di tempo allo studio di filosofia, scienza, arte, retorica e musica, perché dopo dieci anni di siffatto lavoro l’arma fosse il prolungamento del braccio, il braccio il prolungamento della mente e la mente il prolungamento del cuore.
Un terapeuta breve strategico formato alla scuola di Arezzo non si forma solo freddamente alla tecnica, come qualche denigratore afferma, ma viene formato ad utilizzare tutte le sue risorse personali insieme alle strategie e gli stratagemmi evoluti per trattare con successo anche le più invalidanti forme di psicopatologia.
Un esperto terapeuta deve essere al contempo scienziato ed artista, rigoroso esecutore e creativo performer. La terapia non è mai la mera ripetizione di un protocollo, mai può essere la rigida ripetizione di fredde procedure all’interno di una prefissata sequenza, bensì, una continua interpretazione artistica di un copione drammatico ove l’improvvisazione non è una eccezione ma la regola. Ma per saper bene improvvisare, come ci insegnano tutti i grandi artisti, prima bisogna saper fare al meglio la tecnica. Senza un apprendimento tecnico molto raffinato l’improvvisazione è solo irresponsabile incoscienza.
COMITATO SCIENTIFICO
Prof. Giorgio Nardone (Direttore del Centro di terapia strategica)
Prof. Alessandro Salvini (Professore ordinario di Psicologia clinica presso l’Università degli studi di Padova)
Prof. Pio Enrico Ricci Bitti (Professore ordinario di Psicologia generale presso l’Università degli Studi di Bologna)
SEDI DIDATTICHE
Arezzo – P.zza S. Agostino, n.11 – 52100 (AR)
Firenze – P.zza della Repubblica, n.5 – 50123 (FI)
Per informazioni:
Riccardo Falsetti
Responsabile Commerciale
Tel: 392/5588548
Email: info@centroditerapiastrategica.com